Siamo in attesa delle disposizioni per il nuovo anno

mercoledì 4 giugno 2025

L'amico è ...

 E’ una persona davvero importante che ognuno di noi dovrebbe avere.

E’ una persona che ti salva nei momenti tristi perchè ti vuole vedere felice.

Deve avere una caratteristica: non ha bisogno di forzare il rapporto e deve essere sincero.

Illustrazione Christian P. 1A

La mia migliore amica è una persona davvero fantastica, ci conosciamo dalla nascita e abbiamo frequentato tutte le classi insieme. Mi ha sempre difeso in mia assenza è sono certo che continuerà a farlo. L’amico è pezzo di cuore e l’amicizia è una cosa che non si dovrebbe mai rovinare.

Diamo sempre una mano al nostro amico in difficoltà affinchè superi i suoi brutti momenti.

Esko S. 1A

 

E’ qualcosa di abbastanza grande. E’ una persona che ti aiuta ad ogni ostacolo e che ti salva. Ti sta sempre accanto e ti sopporta e ti supporta in tutto. L’amico deve essere affidabile nel rapporto di amicizia e non deluderti, deve essere anche fedele, leale e sempre al tuo fianco.

E’ bello quando sai che ti puoi fidare, ma a volte mi è capitato che, alcuni che si spacciavano amici, mi parlavano male alle spalle e mi prendevano in giro, a quel punto ho fatto bene a decidere di lasciarli e interrompere l’amicizia. Fortunatamente alcuni buoni amici sono rimasti, mi stanno vicino e tifano per me su ogni cosa.

Giada M. 1A

 

E’ quella persona con cui ti ci diverti, ci giochi e ci esci insieme. Oltre al fatto che ci puoi scherzare, l’amico ti fa riflettere nei momenti più profondi e , quando ne hai bisogno, ti sta vicino e ti ascolta. Una persona così merita tanto e non bisogna farsela scappare, sarebbe molto triste non avere alcuna relazione amichevole, è talmente importante che per me dovrebbe essere un diritto di chiunque poichè l’essere umano ha bisogno di essere spalleggiato da qualcuno, nei momenti allegri come nei momenti tristi.

Francesco D’A. 3A

 

L’amicizia è una cosa molto bella. Quando un nostro amico è in difficoltà dobbiamo sempre aiutarlo e proteggerlo nel momento bisogno. Con il nostro amico, dobbiamo sempre aiutarci a vicenda e non dobbiamo mai litigare, perché questa cosa non è bella e bisogna restare sempre uniti fino in fondo. L’amicizia è una cosa positiva, mai malvagia e che rafforza l’unione tra due o, meglio ancora, tra un gruppo di persone.  Quando andavo in quinta elementare c’era un compagno che mi prendeva sempre in giro e non era tanto gentile con me. Ma adesso, grazie ad una più approfondita conoscenza, siamo diventati amici e non litighiamo più. Oggi con lui mi diverto sempre per  qualsiasi attività che facciamo, siamo proprio amici per la pelle.

Riccardo D.R. 1A.

 

Quella persona di cui ti fidi di più, che ti vuole bene e più amici siamo e meglio è. Io e il mio migliore amico ci conosciamo da circa cinque anni, è stato sempre accanto a me quando ne avevo bisogno e io ho fatto la stessa cosa con lui. Ci conosciamo dalla prima elementare e quando, per la prima volta, ci siamo incontrati abbiamo pensato entrambi: lui è l’amico perfetto. Da lì, pian piano, ci siamo conosciuti meglio e ora sono già sei anni, da quando abbiamo cominciato a frequentare la stessa classe, che siamo grandi amici. Per me il mio migliore amico è la persona più importante di qualsiasi altra cosa e già dal terzo giorno di  elementari siamo diventati, reciprocamente, molto amici. Non dimenticherò mai quella volta che mi ha aiutato quando un gruppo di ragazzi più grandi, cercarono di bullizzarmi spintonandomi e rubandomi le cose. Proprio grazie a lui, che prese le mie difese, riuscii a cavarmela. Tra di noi, soprattutto in quinta elementare, è capitato qualche litigio però, il giorno dopo, tornavamo ad essere ancora più amici di prima.

Questa per me è una vera amicizia!

Raffaele P. 1A

lunedì 19 maggio 2025

Il mio esordio in banda

 Il giorno 17 maggio 2025, sono andata per la prima volta a suonare con la banda “Don Bosco” di Cassino nella frazione di S. Pasquale. Anche se le condizioni meteorologiche erano pessime, la mia felicità superava anche il fastidio della pioggia.  L’ esibizione è stata diretta, per tutta la serata, da  un ragazzo di nome Simone. Io suono i piatti e subito dopo aver suonato il primo brano  scatta un fragoroso applauso, così con entusiasmo abbiamo proseguito dietro la processione, un breve giro e poi il ritorno nella piazza, sempre suonando. Alla fine è andata benissimo, l’esibizione, a detta di tutti, è stata buona ma il maltempo incalzante ci ha fatto sospendere  in anticipo. Per me è stata una bellissima esperienza, molto emozionante, spero di suonare ancora nella prossima  festa e riuscire a fare ancora meglio, dando il meglio di me. Tutto sommato è bello stare in banda, fare nuove amicizie e visitare nuovi posti portando un po’ di allegria tipica delle feste di paese.

 

Elisa B 2 B

lunedì 12 maggio 2025

Una gita a...

 Il giorno 10 aprile siamo andati alla Reggia di Caserta per un’uscita scolastica. Quella mattina mi sono svegliata molto presto per l’entusiasmo. Ho fatto colazione velocemente e dopo essermi lavata, vestita e leggermente truccata, ho raggiunto piazza San Paolo. Lì c’erano le mie amiche.

Dopo una lunga chiacchierata arriva finalmente il pullman. Io e Francesca ci siamo subito fiondate a prendere i posti migliori, dopo venti minuti dalla partenza abbiamo fatto la sosta per far salire gli alunni di San Vittore. Così è cominciata la nostra avventura e dopo musica, gossip e film siamo arrivati a destinazione. La prima cosa che mi ha colpito è stata la struttura della Reggia, così imponente e regale... Prima di cominciare la visita abbiamo fatto uno spuntino, scattato foto e cercato di addomesticare un piccione. Dieci minuti dopo abbiamo messo in una cesta i nostri effetti personali e ci hanno fatto indossare degli auricolari per sentire meglio la guida. Essa ci spiegato tutto nei minimi dettagli: chi erano i committenti, gli affreschi, i simboli e come venivano utilizzate le stanze. La mia stanza preferita è stata la sala del trono, il colore predominante era l’oro abbinato al bianco , le pareti erano piene di dettagli tipici del Barocco e sul soffitto c’era un gigantesco affresco. Abbiamo visitato moltissime altre stanze come quelle delle quattro stagioni, le camere da letto, la biblioteca... Se vivessi lì mi perderei di sicuro. Prima di andare verso le fontane abbiamo fatto uno spuntino. Arrivati difronte alla vasca principale siamo stati a guardare le papere e i pesci enormi. Nei giardini c’era la pace, tutto era calmo. Dopo aver cambiato strada quattro volte e camminato per tre kilometri verso la piazza siamo tornati al pullman e di nuovo abbiamo cantato. Il tempo è passato velocemento e siamo tornati a casa. E’ stata una giornata fantastica, per nulla stancante e non la dimenticherò mai.

Matilde B. 2B

 

Quest’anno, nel mese di febbraio, ho partecipato alla gita di Campitello Matese, in montagna. Avendo partecipato già lo scorso anno, sapevo già cosa aspettarmi, ma ho comunque deciso di tornarci. Le vette innevate mi ricordano il mio Paese di provenienza, la Romania. Lì si trova la maggior parte della famiglia di mamma, e per ovvi motivi, non ho sempre l’opportunità di vederli.


La neve mi ricorda quei bei momenti passati con loro d’inverno e mi avvicina anche a mio zio, uno sciatore esperto. Non ho mai avuto l’occasione di sciare con lui, così ne approfitto sempre di questi viaggi in zone innevate per esercitarmi con gli sci. In questo modo, se mi dovesse capitare di sciare con mio zio, sarò pronta a fare bella figura. La gita avrebbe quindi compreso attività invernali (camminata sulla neve e sci), animazione e tanto altro. Siamo partiti alle otto circa il 25 febbraio. Durante il tragitto non vedevo l’ora di tornare sulle piste, dopo quasi un anno. Appena ho intravisto dai finestrini un po’ di neve, mi è sembrato subito di averla nelle mani e di sentirle fredde e arrossate. Appena arrivati in hotel, siamo corsi subito nella stessa grande stanza dello scorso anno con la mia valigia. Successivamente, con altri ragazzi, animatori e professori, ci siamo recati di fronte all’hotel,  dove gli animatori si sono presentati e ci hanno anticipato che avremmo fatto una passeggiata sulla neve. Durante questa, ho avuto l’occasione di giocare con le palle di neve con i miei amici e di assistere ad un panorama mozzafiato da una collina. Più tardi siamo tornati all’hotel, ci siamo sistemati nelle stanze, abbiamo cenato e fatto la doccia. Il giorno dopo (26 febbraio) sono stata delusa dal tempo: a causa di una forte nevicata e nebbia fitta abbiamo dovuto trascorrere l’intera giornata con l’animazione e a giocare a ping pong. Il giorno dopo, finalmente, ho avuto la soddisfazione di infilarmi gli scarponi rigidi e di caricarmi gli sci in spalla. Il nuovo istruttore, Gerardo, mi ha subito dato l’aria di essere un simpaticone. Quel giorno lo abbiamo dedicato interamente a fare lunghe piste e a riscaldarci in diversi modi, per poi passare la serata con l’animazione. I giorni seguenti sono passati così, fino alla mattina del 28, quando dopo aver bevuto un’ottima cioccolata calda, abbiamo liberato le stanze e siamo ripartiti per Cervaro. Questa gita mi ha reso felice ed è stata una bellissima esperienza nonostante qualche caduta.

Annalisa S. 2B

domenica 11 maggio 2025

La chiesa di S.Paolo prima e dopo

 

Quando Cervaro conobbe le tristi vicende della guerra aveva una popolazione  quasi come quella odierna, a testimonianza del benessere dovuto ad uno sviluppo notevole nel settore artigianale, agricolo e industriale, raddoppiando il numero dei suoi abitanti rispetto al secolo precedente. Il fronte che si attestò nel cassinate portò morte e distruzione non solo per i quattro mesi della durata della famosa battaglia, ma già da mesi prima in tutti quei paesi che si affacciavano su Montecassino. Durante l’occupazione nazifascista, secondo fonti bibliografiche, dall’8 settembre “43 fino a giugno”44 furono trucidati 14 cervaresi dai tedeschi,  anche se Cervaro centro fu liberato il 12 gennaio 1943 dalla 34^ Divisione USA, le truppe tedesche erano ancora nei dintorni e all’inizio della pianura cassinate (Pastenelle), i micidiali bombardamenti anglo-americani risparmiarono solo il dieci per cento dell’abitato. Alla fine delle ostilità nessuno sa il numero preciso di vittime civili, si stimano, invece, in 80mila tedeschi e 105mila alleati le vittime militari. Quando cessarono le ostilità la popolazione rientrò in paese, sconforto e distruzione si associarono alle difficoltà di procurarsi cibo dando inizio ad un lungo periodo di miseria. Oltre al centro storico, cioè la parte del “colle” e la piazza centrale di cui è emblematica la foto d’epoca con la fontana distrutta, le macerie erano notevoli anche nella secondaria piazza S.Paolo dove la chiesa omonima risultava irriconoscibile. Quando ho visto in un video dell’Istituto Luce la mia piazza preferita distrutta, sono rimasto incredulo, perchè dove vivo tuttora, non tanto tempo fa, ci sono stati i bombardamenti di quella maledetta guerra che ha sfigurato la città di Cervaro. Piazza S.Paolo, con la sua chiesa venne distrutta e le abitazioni ridotte a miseri crateri, e che tristezza mi pervade pensando che, nel paese dove vivo, vennero uccisi 14 civili senza nessuna colpa. Si è vero gli edifici si ricostruiscono, anche se quella chiesa non è più la stessa, ma le ferite rimangono nella memoria poichè non si possono dimenticare tutte quelle persone che hanno lottato valorosamente per cercare di sopravvivere, con le difficoltà e la mancanza di risorse di quell’epoca. Loro resteranno sempre nei nostri cuori e nelle nostre menti per il coraggio e la forza incredibile che hanno dovuto tirare fuori. La prima volta che ho visto le immagini delle macerie di S.Paolo sono rimasto di stucco, in quel vecchio video è tutto così tragico, persino quell’alberone dove facevano vedere che, alla sua ombra, amministravano la giustizia con dei processi sommari per quei piccoli reati dettati più dalla miseria che dalla cattiveria.

Spero che tutto quello che ha vissuto Cervaro i quegli anni non accada mai più e che la nostra generazione possa vivere un futuro spensierato e felice senza le brutture della guerra.

Giuseppe Maria A. 3B

 

Fonti:  Cervaro Storia-Arte –Tradizioni di Rizzello/Mollicone

mercoledì 30 aprile 2025

L'angolo della poesia

 

L’alba di una nuova vita


La speranza è una meravigliosa alba di colore rosso
che appare all’orizzonte proprio quando pensi “non posso”.
Disegno di Annavita D.C. 2A
È un orizzonte nuovo e sconfinato
che si staglia innanzi gli occhi di chi più è tormentato.
La vita spesso ci mette a dura prova
e ognuno dentro di sé pace più non trova;
allora è facile abbandonarsi al dolore e invocare la morte,
ma in quel momento appare la speranza a tenerti più forte.
Una luce sottile nella mente di chi sta per precipitare,
ma alla fine comprende che, invece, val la pena lottare;
così l’anima trova conforto e il cuore torna a battere più forte:
c’è la speranza prima di abbandonarsi alla cattiva sorte.
Pian piano quella luce si espande
e dalla mente giunge al cuore,
iniziando a lenire quel dolore,
quel dolore che ognuno porta dentro di sé,
ma che in fondo invincibile non è.
Annavita D.C. 2A

lunedì 14 aprile 2025

LA RITMICA CHE PIACE A ME

Illustrazione di Ilaria Tumolillo. 3B
Ho una grande passione per la ginnastica ritmica da quando ero bambina, ormai pratico sport da 6 anni ma ricordo ancora la me bambina che passava davanti a quella palestra e sognava di diventare una ginnasta. Nel 2019 finalmente sono riuscita a convincere i miei genitori a portarmi a ginnastica, appena sono entrata in palestra ho ammirato tantissime ginnaste di tutte le età, le insegnanti mi hanno accolta con molta gentilezza e mi hanno spiegato quello che dovevo fare. Appena è iniziato l’allenamento ho capito che quello era lo sport adatto a me. In questi anni ho provato tante emozioni: gioia, felicità, ma anche ansia soprattutto quando ho le gare, prima di entrare in pedana tremo dalla paura ma ho sempre le mie compagne e le mie insegnanti che mi rassicurano, in fondo quella paura la amo perché è solo grazie ad essa che riesco a superare gli ostacoli che la vita mi pone davanti. Dopo le esibizioni, io e le mie compagne di squadra, ci stringiamo in un forte abbraccio pieno di emozioni e qualche volta ci scende una lacrima di felicità. La ritmica è il mio rifugio, la mia seconda casa, se un giorno non sono di buon umore vado in palestra e dimentico tutti i pensieri negativi che ho per la testa.  Non riuscirei ad immaginare un mondo senza la ginnastica ritmica, è un tassello fondamentale nella mia vita e spero di continuare a praticarla come ho sempre fatto, portandomi questo sport nel cuore senza arrendermi mai nonostante i fallimenti, perché l’importante non è vincere, ma divertirsi.

Sofia L. 3B

lunedì 24 marzo 2025

Una festa importante per il mio paese

 Una tipica festa del mio paese è la festività della Madonna De’ Piternis, molto sentita da tutti i cittadini di Cervaro. Si celebra ogni 8 di settembre ed è dedicata alla protettrice di Cervaro e richiama, nel centro cittadino, tantissimi devoti fedeli provenienti dal territorio comunale e non. La festa prevede una parte religiosa e una parte civile. Il cuore della festa religiosa è rappresentato dalla processione con cui i fedeli, il parroco e le altre autorità religiose e civili, accompagnano la statua della Madonna giù al paese; fino al giorno dell’ otto settembre la statua si trova su al Santuario, luogo dove  si narra che apparve , ad una pastorella, la figura della Madonna. La processione arriva, dopo varie tappe, al centro della piazza del paese dove si svolge la benedizione fatta dal Vescovo. La parte civile è piena di momenti folkloristici, musicali e spettacolari con l’esibizione di bande e cantanti. Tutti, però, aspettano un momento  molto suggestivo, quello pirotecnico quando la piazza, resa buia per l’occasione, viene improvvisamente invasa dai lampi di luce di mille colori e dagli scoppi dei fuochi d’artificio. La festa quindi si trasforma in un vero e proprio evento comunitario e in una situazione che serve a rafforzare il legame con le tradizioni locali per
poter vivere così un momento di spiritualità e condivisione.

Andrea A. 1A

lunedì 3 marzo 2025

A mali estremi, estremi rimedi ( Il racconto di un alunno esasperato)



Illustrazione: Michelle M. 2B
Finalmente, dopo sei ore di tortura, la scuola è finita.  Dopo aver pranzato, perchè non rilassarsi un po’ e dormire? Io, ignaro della situazione che sta per succedere,  dormo un po’, ma invece di “un po’” sarebbe meglio dire che sono andato in letargo e quando mi sveglio e controllo l’orario mi butto dal letto sbattendo testa (così forse divento più intelligente), braccia e gambe. Arrivo al tavolo facendo cadere tutto per terra, cosa che fa un rumore tale da far credere a mia madre che sia iniziata la terza guerra mondiale, ma c’è un problema: il registro elettronico non va. Dopo aver preso il telefono a calci mi viene l’idea più brillante (allo stesso tempo schifosa) che mi possa venire: chiediamo a qualcuno i compiti. Alessandro non risponderà mai e se risponderà saranno passati tre mesi, Pierfrancesco e Michelle staranno giocando a Formula Uno con il volume talmente alto che non sentono nemmeno le notifiche oppure hanno il telefono in silenzioso. Arjela probabilmente sta messa come me e Matilde starà facendo un giro di chiamate.  Allora chiedo sul gruppo e, dopo essere stato ignorato per mezz’ora, qualcuno me li manda, ma mentre li leggo vorrei sbattere la testa sul muro fino ad avere una commozione cerebrale così non vado a scuola. La prof.ssa di Matematica ci ha assegnato talmente tanti esercizi che credeva stesse ordinando al sushi. La prof.ssa di Letteratura ci ha assegnato di ricopiare la Divina Commedia a mano, studiarla a memoria e diventare Dante. Storia ci ha assegnato talmente tanti capitoli che dovremmo prevedere il futuro. Arte di creare una nuova corrente artistica mai inventata, studiare tutto il libro e di ricostruire Notre-Dame in scala uno a uno. Scienze ricercare una cura per una malattia sconosciuta e infine Antologia di scrivere una saga composta da nove libri con ognuno trenta capitoli composti da cento pagine, poi, dopo averli finiti, scrivere per ognuno una versione con il doppio dei capitoli e delle pagine, farci per ognuno il riassunto e impararle a memoria. Dopo aver letto tutto questo si è fatta notte, e dire che avevo una faccia disgustata e inorridita è un eufemismo. Il gruppo si riempiva di cento messaggi al secondo di gente che si lamentava, di altri che facevano polemiche e di sondaggi di chi chiedeva chi andava a scuola o no. In quel momento l’idea che avevo pensato prima di farmi venire una commozione cerebrale o di fingermi morto diventava sempre più realistica, ma mi limito solo a lanciare macumbe con tutte le mie forze, e inaspettatamente vengono accolte poichè quella sera le strade furono allagate e io invece di essere preoccupato per l’auto che si stava per scontrare contro casa mia, ero talmente tanto felice che stavo per ascendere in paradiso.

 

N.B. Nessun professore è stato maltrattato nella realizzazione di questo racconto.

Antonio C. 2B